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Quando lo scorso anno abbiamo avuto il coraggio di affrontare “la gara motoristica più dura del mondo“, racconta il nostro pilota Fabio Del Punta, volando nel caldo Sud America, in Perù, non immaginavamo che avremmo fatto parte dell’ultima delle 11 edizioni sudamericane della famosissima Dakar. Quel poco che avevamo imparato non è servito a molto perché da quest’anno siamo entrati nel capitolo 3 del celebre Rally Raid, con l’inizio dell’epoca Medio Oriente.

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Tutto nuovo, nessun riferimento storico, percorsi inesplorati da nessuna gara fino ad ora e tutto concentrato in Arabia Saudita. In questo contesto di novità, abbiamo cercato di intuire le problematiche che un percorso al 75% su sabbia poteva nascondere.

Mai ci saremmo aspettati che nel primo paese petrolifero al mondo la benzina ai distributori fosse di qualità scarsa, e proprio un “pieno galeotto” fatto nel pre-gara ci potesse subito stoppare intasando tutto l’impianto di alimentazione….  Non ci siamo però arresi, al bivacco abbiamo testato la celebre “solidarietà dakariana” andando a cercare e trovando tra le assistenze delle altre squadre un filtro benzina supplementare e i raccordi per montarlo sulla nostra vettura (quest’ultimi ci sono stati gentilmente dati dalla squadra ufficiale Mini che ha trionfato tra le auto con Sainz!).

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La “misteriosa” Arabia Saudita ci ha colpito per i suoi paesaggi mozzafiato ma anche per la gentilezza e l’ospitalità degli abitanti, siamo lontani dalle folle entusiaste del Sud America ma una certa disinformazione di base sulla presenza della gara, soprattutto fuori dalle città principali, e gli enormi spazi da coprire non hanno facilitato l’afflusso diretto del pubblico che però ha seguito molto la manifestazione sui mezzi di informazione.

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Abbiamo salutato la Dakar con un “arrivederci”, il rammarico per non essere riusciti a far meglio per quei dettagli che fanno la differenza e che si imparano solo con l’esperienza è alto… ma la Dakar è un “virus” dal quale, si dice, sia molto difficile guarire una volta che se ne è contagiati.

Fabio del Punta

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