Cari Ragazzi,
oggi vi voglio raccontare una storia vera, di quelle che accadono in INGEUP.
A febbraio le ragazze dell’ufficio recruiting, balzano nel mio ufficio…
“Pietro, Pietro… abbiamo colloquiato un ragazzo che ci piace un sacco, lo devi assolutamente vedere”.
Ero incasinato, con 3 telefoni in mano, avrei voluto qualche informazione in più… va bene dai, fatemelo conoscere!
Si presenta un ragazzo: “ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!”, penso io.
Cavolo, cosa ci fa qua il figlio di DOMENICALI?!?
Faccia pulita, squadrata, occhiali da ingegnere, sguardo intelligente, camicia stirata, semplicemente PERFETTO.
Troppo ingegnere, troppo un bravo ragazzo, mi dico.
“Ciao Enrico, piacere sono Pietro, amministratore delegato”.
“Piacere mio” e mi fa un gran sorriso!
Enrico mi racconta la sua storia, ingegnere meccanico vecchio ordinamento, stava lavorando da 7 anni in un’azienda padronale che si occupa di progettazione e integrazione di motori elettrici su veicoli agricoli nelle Marche.
Aveva iniziato facendo l’operaio, poi il disegnatore, poi si era occupato della parte di elettrificazione e ultimamente era diventato il responsabile dell’ufficio tecnico. Come in tutte le aziende padronali, la cosa bella è che si impara tanto, quella brutta è che spesso il “Padrone” si sente Dio in terra e tratta le persone un po’ cosi, come si sveglia quel giorno.
Si voleva iscrivere al Master sul Veicolo da Competizione di People Design.
Mentre mi raccontava la sua storia mi sentivo in imbarazzo e vi spiego perché. Da un lato, per il suo modo di porsi, di esprimere le sue idee, i suoi valori, di parlare l’italiano in modo impeccabile: avrei voluto assumerlo senza nemmeno chiedergli cosa sapeva fare. Dall’altro, aveva alle spalle una bella esperienza ma talmente verticale da sapere un po’ di tutto ma nulla per bene. Non sapevo cosa proporgli.
A tale proposito si era iscritto al Master e intanto io, mentre lo guardavo, non sapevo cosa dire.
Dopo mezzora rompo gli indugi e gli chiedo: Enrico, ma tu cosa vuoi fare veramente da grande?!?
Enrico aveva ancora un sogno, fare l’INGEGNERE MECCANICO!
Voleva ampliare i suoi orizzonti, conoscere il mondo Automotive a 360 gradi, mettersi in discussione.
Mi spiegava che sia per il tipo di ambiente che per la tipologia di prodotto non si sentiva completo nell’azienda dove lavorava, si vedeva ormai al capolinea.
Mi sembrava fosse fatto tutto apposta per inserirlo nel nostro percorso lavorativo di INGEUP!
Ve la faccio breve, dopo 20 gg Enrico è stato assunto, iniziando un percorso formativo su ProEngineer con un programma di sviluppo sulla meccanica calda per i motori.
Non sapevo realmente dove saremmo andati a parare. Ve la faccio breve.
Dopo 2 Mesi Enrico se la cavava egregiamente, avevamo acquisito un progetto che trattava banchi e sistemi di misura di precisione per il settore auto, da svolgersi proprio con il software che lui stava studiando.
Lo avevamo inserito nel gruppo con una finalità formativa, dopo una settimana era diventato il leader del team d’ingegneri.
Le cose andavano bene, Enrico cresceva assieme alle sue competenze nell’ambito motoristico, ma ancora non bastava, non aveva sufficiente esperienza per poter essere inserito in un progetto “serio”.
Nel frattempo ho ricevuto una telefonata.
Un nostro cliente in provincia di Modena che produce Supercar e auto da Formula 1 stava cercando dei progettisti meccanici molto veloci con Catia V5, da inserire in un nuovo Team di sviluppo che si occupava dell’integrazione del pacco batterie sui nuovi motori ibridi GT.
Questa telefonata si è trasformata in una collaborazione, in un progetto che vede coinvolti 2 nostri ingegneri senior. Dopo qualche mese di lavoro la responsabile della divisione mi chiama…
“Pietro, sono molto soddisfatta dei tuoi ragazzi, stanno facendo un ottimo lavoro, ma HO UN PROBLEMA!”
Tra 10 gg abbiamo necessità d’inserire un Team leader nel nostro gruppo, una persona molto abile con catia V5, ingegnere meccanico che abbia anche competenze nell’ambito elettrico, che conosca le specifiche dei software di gestione centraline e che abbia coordinato persone, ottimo inglese… Bla bla bla.
Impossibile dico io, ma proprio per il buon rapporto che abbiamo creato ti consiglio di sentire anche altre società di ingegneria, non vorrei deluderti ed arrivare tardi.
Passano 7 giorni ed Elena aveva fatto già 18 colloqui senza trovare la persona giusta.
Il PROBLEMA era che l’attuale team leader aveva dato le dimissioni e lei si trovava senza un coordinatore nel massimo del picco di progetti e nella fase più critica dell’anno.
CHE PROBLEMA!!!
Come risolverlo come aiutarli come fare bella figura?!?
Mi si accende una LAMPADINA: Enrico!!!!!!!
Non conosce Catia vero, ma faceva un lavoro simile in passato, chissà se…
Detto fatto, a 2 giorni dal D-Day andiamo dal cliente per un incontro tecnico di qualificazione, dopo 5 minuti di imbarazzo – poiché la prima domanda era stata: “che livello di conoscenza hai del SW?” Risposta: “zero!” – cerchiamo di scongelare la sala riunioni, parlando del processo, delle attività nel particolare, dei fornitori di batterie tedeschi, dei software di gestione delle centraline, ecc.
Enrico viaggiava come un treno, snocciolava sigle, aziende, contenuti tecnici sostanziali, sembrava volare come se avesse sempre fatto quel mestiere da 100 anni!
Ve la faccio breve!!!
Il cliente ed il PM di riferimento si radunano per sentenziare.
“Pietro, vero che Enrico non conosce Catia, ma le sue competenze superano di gran lunga le nostre aspettative, abbiamo 2 gg per fare il passaggio delle consegne, a che ora può iniziare domattina?!”
Ecco cosi è andata.
Io ed Enrico usciamo dal cliente e gli dico: “ti sei preso paura?”
“Perché”, mi fa lui, “ero solo emozionato”.
“Enry, forse ho fatto i conti senza l’oste,. ma questo progetto te lo senti? Questa responsabilità ti piace?”
“Pietro, io qui ci vengo anche se non mi paghi!” 🙂
Questa la sua risposta, vi lascio interpretare le motivazioni.
Lo spirito che ci unisce e che alimenta i nostri sforzi tutti i giorni, si nutre di queste cose.
Quante di queste storie ho ancora da raccontarvi… Chi di voi vorrebbe essere al posto di Enrico?
A presto
Per avere successo e non rimanere disoccupato c’è INGEUP.
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Pietro Pometti
Responsabile del Percorso Lavorativo per Ingegneri Meccanici