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Boia che domanda, interessante. Gli ingegneri italiani sono anche i più pagati?

 

PRIMA RIFLESSIONE: la miglior risposta

“Ho lavorato per periodi più o meno lunghi all’estero, ho conosciuto ingegneri americani (in realtà cinesi/indiani… gli americani non fanno più gli ingegneri, si guadagna meglio a fare gli avvocati!), tedeschi e francesi. Naturalmente sono ingegnere anche io, e italiano 🙂 quindi di parte!

La domanda è molto difficile, credo si possa dire che ogni popolo ha i suoi punti di forza.

Per gli italiani, il punto di forza è la creatività (quasi un luogo comune, ma è vero), il saper fare pensiero trasversale, il sapersi adattare.

Gli ingegneri tedeschi che ho conosciuto io, se non sono Doktor, sono ad un livello di competenza minore del nostro laureato (quinquennale). Però quando si tratta di organizzazione bisogna lasciarli stare.

Infine gli americani sono bravissimi a creare grandi organismi dove gli individui … sono intercambiabili! E’ brutto ma è così: grazie a tante tante normative, che vengono anche seguite, il lavoro è incanalato e guidato al punto che il contributo individuale, se commisurato alle nostre italiche abitudini, può essere molto limitato.

I francesi sono anche molto bravi, il solo problema è che ogni volta devono sempre fare tutto “in casa”, non si adeguano volentieri a standard più o meno di fatto. Però questo è anche un punto di forza, perché si creano sempre gli strumenti “come servono a loro”.
Questa è la mia personale esperienza che deriva essenzialmente dal mondo automotive/energia.”

Claudio P.

Bella Claudio, SONO D’ACCORDO al 100%

La mia personale esperienza con gli Americani è perfettamente allineata alla tua.

I ragazzoni sono BRAVISSIMI, però come dici tu C’È UN PROBLEMA!

 

Sono talmente bravi nel creare il modello di lavoro che qualunque persona è facilmente sostituibile.

 

SECONDA RIFLESSIONE: l’oriente

 

In questa breve analisi ci siamo dimenticati dei CINESI , per tanti anni ci hanno tormentato con questa faccenda della concorrenza sleale, ultimamente li sentiamo meno, allora ecco il PARADOSSO:

dal CORRIERE Della Sera

 

Gli ingegneri italiani più preparati
di quelli cinesi. E costano meno

I nostri ingegneri civili e meccanici battono anche quelli di Shanghai. Richiestissimi all’estero, in Italia spesso sono demansionati e sottopagati. E uno su dieci fa le valigie

 

di Antonella De Gregorio

 

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Italia batte Cina 2-0.  Costi bassi e preparazione eccellente rendono competitivi gli italiani.

O almeno quella fetta di manodopera «super qualificata» che viene impiegata in settori ad alta tecnologia.

«Abbiamo ingegneri estremamente capaci, che a parità di competenze hanno un costo per noi più basso rispetto a quello dei loro colleghi di Pechino o Shanghai», conferma Sandro De Poli, amministratore delegato per l’Italia di General Electric, conglomerato americano tra le prime società al mondo per fatturato e profitti, attiva nell’energia, nell’aeronautica, nella tecnologia applicata.

Che chiarisce: «Abbiamo confrontato, a livello mondiale, figure con lo stesso inquadramento – posizioni di alto profilo, medesima anzianità di servizio, in settori ad alto contenuto tecnologico – ed è risultato che il costo per l’azienda di un ingegnere cinese è superiore del 30% a quello di un italiano».

 

Ragazzoni, sono fonti attendibili queste!

Se poi non siete paghi:

 

Il confronto si allarga a comprendere Francia, Germania e Stati Uniti, la forbice retributiva arriva fino al 50%.

Un vantaggio competitivo che secondo il manager dovrebbe aiutare le aziende a indirizzare gli investimenti. Ma che è poco percepito, ammette («Non ci sono così tante aziende che portano la loro attività in Italia»); e che si stempera per un minore livello di produttività dovuto a problemi «culturali, di processi e di infrastrutture».

Mi fa ridere la questione dei problemi CULTURALI, ma non voglio aggiungere polemica ad un aargomento già di per sé DELICATO.

Un’indagine comparata sulle buste paga degli ingegneri conferma che l’Italia potrebbe essere l’Eldorado delle aziende alle prese con scelte strategiche.

Dati di Page Personnel (società leader in Europa per la ricerca e la selezione di personale qualificato, che ha al suo interno una divisione dedicata al reperimento di profili ingegneristici) confermano che ingegneri qualificati con oltre sei anni di esperienza nelle grandi città cinesi – Shanghai e Pechino in testa – mettono in tasca da 36 a 50 mila euro l’anno.

 

MI SEMBRA EVIDENTE IL PROBLEMA:

 

Uno «molto esperto» in Italia percepisce al massimo 37 mila euro (è il caso, per esempio, degli ingegneri di processo e di produzione, come si legge in un rapporto del Consiglio Nazionale Ingegneri).

 

VI RITROVATE?

 

Per la stessa posizione, in Francia e in Inghilterra si arriva a guadagnare anche più di 50mila euro l’anno.

Sempre detto e sempre ripetuto!

Un progettista con almeno tre anni di esperienza non supera nel Belpaese i 30 mila euro, mentre in Francia le imprese offrono, per una figura identica, anche 55 mila euro; in Inghilterra 45 mila.

Diverso il discorso per i neolaureati: 19-25 mila euro l’anno in Italia; picchi di 40-45 mila in Inghilterra; ma non più di 10-13 mila euro in Cina.

Francesca Contardi, ad di Page Personnel conferma: «A parità di competenze e di esperienza, gli ingegneri italiani hanno un costo più basso rispetto ai colleghi cinesi (secondo le ultime stime, di circa un dollaro).

Direi che conviene investire in Italia, anche perché i nostri ingegneri sono sicuramente più competitivi in termini di retribuzione, ma sono soprattutto molto preparati».

 

Allora che dire ?

SPAGUETTI … me avete provocato ? e mo ve MAGNO!

 

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Pietro Pometti
Responsabile del Percorso Lavorativo per Ingegneri Meccanici

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